Cosa è la procrastinazione e perché lo facciamo
La procrastinazione rappresenta una delle sfide più insidiose nel mondo professionale ma non solo. Che si tratti di una presentazione importante, di un progetto che ci mette un pò in crisi o di decisioni strategiche, il rinvio sistematico delle attività può avere un impatto significativo sulla produttività aziendale e sul successo professionale.
Ma quali sono le reali radici di questo comportamento così diffuso nel contesto lavorativo? L’ esperienza ci rivela alcuni pattern interessanti: alcuni professionisti procrastinano spinti dal timore del giudizio, preferendo evitare il confronto piuttosto che rischiare una valutazione negativa.
Altri, paradossalmente, trovano stimolo nell’adrenalina delle scadenze imminenti, trasformando la pressione temporale in un catalizzatore di produttività. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, la procrastinazione emerge quando la cosa a cui dovremmo dedicarci non ci piace particolarmente, è noiosa, difficile, complicata, certamente non tra le nostre cose preferite.
Scienza dietro la procrastinazione
Contrariamente alla credenza popolare che attribuisce la procrastinazione alla pigrizia o all’inefficienza, la ricerca scientifica rivela una realtà molto più complessa e affascinante. Questo comportamento, così comune nel mondo professionale, ha radici profonde nella nostra neurobiologia.
Al centro di questo fenomeno troviamo un’interessante dinamica cerebrale: un vero e proprio conflitto tra due regioni del nostro cervello. Da un lato abbiamo il sistema limbico, il nostro centro emotivo primitivo, dall’altro la corteccia prefrontale, sede del pensiero razionale e della pianificazione strategica.
Quando ci troviamo di fronte a un compito che percepiamo come spiacevole o impegnativo, questa “battaglia neurale” si intensifica. Il sistema limbico, progettato per proteggerci da esperienze negative, spesso prevale sulla razionalità della corteccia prefrontale. Il risultato? Il familiare pattern del rimandare, che offre un immediato – ma illusorio – sollievo dall’ansia o dal disagio associato al compito da svolgere.
Sebbene sia fantastico comprendere meglio la scienza dietro la procrastinazione, e smettere di incolpare se stessi, sarebbe ancora meglio dare alla nostra corteccia prefrontale un piccolo aiuto nella lotta contro il nostro sistema limbico pigro e auto-indulgente. Ma cosa possiamo fare nel pratico?
Come smettere di procrastinare in 5 passi
Adesso che avete un quadro più chiaro di cosa sia la procrastinazione e della scienza che c’è dieto, possiamo andare nel pratico con un approccio integrato con questi 5 passaggi chiave. Per ognuno di questi avrete due domande a cui rispondere con attenzione e sincerità per sbloccare la vs. personale situazione di procrastinazione, provate subito!
- Quali obiettivi, progetti, attività sto procrastinando?
- Quali pensieri ed emozioni mi suscitano?
- Ciò che sto procrastinando che impatto negativo ha? Quali costi?
- Quali vantaggi avrei di agire in modo tempestivo e senza rinviare?
3. Smonta i pensieri disfunzionali che giustificano questi inutili ritardi e sostituiscili.
- Quali sono le scuse che trovo?
- Quali potrebbero essere le nuove e più funzionali risposte?
- Quale è il progetto che stai procrastinando che ti dà davvero fastidio/ è prioritario per te?
- Quali sotto-attività sono necessarie e quali sono le priorità?
- Quali sono le distrazioni, ostacoli o errori che mi impediscono di agire?
- Per ognuna di queste, come posso minimizzare le distrazioni da subito? e con quale pre-decisione (se…allora…)?
Con questo approccio integrato che vi ho appena proposto, potrete affrontare la procrastinazione non solo a livello superficiale, ma anche nelle sue cause più profonde.
Non vi resta che provare a sperimentare questa strategia operativa, spero possa esservi di aiuto nel procedere spediti verso ciò che desiderate o sia necessario fare! a presto.
P.S. Se volete approfondire o avete domande specifiche sul tema della procrastinazione, sarò felice di discuterne con voi.